Bacoli, Campi Flegrei.

Campi Flegrei: qui storia, natura ed enogastronomia si incontrano

I Campi Flegrei racchiudono un tesoro fatto di natura, mare, mitologia e ricchezze enogastronomiche. Rinomati per la qualità dei mitili, svelano le loro bellezze in vari modi, dall’azzurro del mare alle bontà della tavola, dagli antichi mosaici sommersi alla storia millenaria che narra di questi luoghi

Il Golfo di Pozzuoli abbraccia i visitatori con l’azzurro del suo mare e con i suoi suggestivi angoli urbani dove la vita ha colori e suoni unici al mondo. Qui, in una terra sospesa tra le acque e il cielo, in cui leggende, natura, gastronomia e mitologia sono i tasselli di un unico immenso mosaico, i Campi Flegrei diventano il fulcro di questo luogo magico e affascinante. E, nonostante la terra ancora tremi, ricordando la sua origine di fuoco, la bellezza del luogo rapisce e ammalia, regalando ai viaggiatori sensazioni capaci di trasportarli nel tempo. Un mix di storie, tradizioni, profumi e sapori che restano nel cuore. Ed è proprio questo l’obiettivo di ‘Praesentia, gusto di Campania. Divina’, il format culturale promosso dalla Regione Campania per valorizzare luoghi, narrazioni e prodotti simbolo del territorio.

I Campi Flegrei

Il termine Campi Flegrei deriva dal greco phlegraios e significa ‘ardente’. Un nome che si adatta perfettamente a questo territorio con il suo supervulcano attivo, una caldera di circa 12 km di diametro, in parte sommersa dal Golfo di Pozzuoli. Da millenni, l’area vive un fenomeno di innalzamento e abbassamento del suolo — il bradisismo — che ha modellato coste, laghi e colline. Ma il vero tesoro si nasconde sotto la superficie: grotte, tunnel romani e persino una città sommersa.

Bacoli con il Castello Aragonese, Campi Flegrei.

Bacoli, un gioiello dei Campi Flegrei

Sempre nel cuore dei Campi Flegrei, Bacoli è una località che custodisce rarità. Nell’antichità era una delle mete predilette dell’aristocrazia romana. Qui si trovano i resti dell’antica città termale, dove ancora oggi è possibile ammirare ville sommerse, terme e piscine. Tra i monumenti più celebri spicca la Piscina Mirabilis, un’enorme cisterna d’acqua costruita dai Romani per rifornire la flotta militare di Miseno, un capolavoro di ingegneria che testimonia l’importanza della zona. Assegnata al comune di Bacoli anche Villa Ferretti, incastonata tra le scogliere di Baia e il Castello Aragonese. Si tratta di una maestosa villa affacciata sul mare, realizzata nell’Ottocento per volere di una famiglia di armatori genovesi e, oggi, dopo un attento recupero, è uno dei primi esempi in Italia di parco archeologico comunale nato su un bene confiscato e restituito alla comunità.

Parco archeologico sommerso di Baia (Immagine dal sito – www.parcoarcheologicosommersodibaia.it)

Baia: l’Atlantide d’Italia

Un tempo rifugio termale dell’aristocrazia romana, Baia è oggi una delle mete più sorprendenti d’Europa. I suoi resti archeologici, inghiottiti nei secoli dal mare a causa del bradisismo, formano il Parco Archeologico Sommerso di Baia. È possibile esplorarli in barca con fondo trasparente o con immersioni guidate. Tra mosaici, colonne e terme sottomarine, l’esperienza è surreale e fa capire la magnificenza e l’importanza del luogo. I mosaici che si intravedono dalle acque rappresentano una varietà incredibile di temi, dalle scene mitologiche che raffigurano divinità e eroi, alle rappresentazioni di animali marini e vegetazione, fino a motivi geometrici eleganti e complessi. www.parcoarcheologicosommersodibaia.it

Panoramica sul Lago d’Averno, considerato dagli antichi la porta dell’Oltretomba.

La porta dell’inferno

Altro luogo avvolto da un fascino incredibile, oltre che immerso in una natura rigogliosa, è il Lago d’Averno, considerato dagli antichi la porta dell’oltretomba. Il nome, stando ad alcune delle ipotesi, deriverebbe dal greco ‘aornos’, che significa ‘senza uccelli’, perché si credeva che nessun animale potesse volare sopra questo luogo maledetto poiché, all’epoca, circondato dai getti dei gas vulcanici. Proprio qui Virgilio ambientò l’ingresso all’oltretomba nell’Eneide, contribuendo a rendere il lago un simbolo potente nella cultura occidentale. Il lago occupa una conca di origine vulcanica, circondato da una fitta vegetazione che crea un’atmosfera quasi surreale, inoltre i sentieri che lo costeggiano offrono itinerari ideali per passeggiate a contatto con la natura. Nei pressi del Lago d’Averno si trovano importanti resti archeologici, come la Grotta di Cocceio, un tunnel romano che collegava il lago al porto di Cuma. Contemplando il Lago d’Averno è possibile fare sosta alla Masseria Sardo, un’azienda agricola, un ristorante panoramico con cucina creativa a ‘metro zero’, un B&B con quattro ampie camere con ingresso indipendente, l’Agribar, un bar in un frutteto circondato da orti. www.masseriasardo.com

Le gustose cozze, Mytilus Fest, Bacoli.

Dove si coltiva il mare…

Il mare dei Campi Flegrei è protagonista, sin dai tempi antichi, dell’allevamento dei mitili. Le acque ricche e la particolare conformazione del Golfo di Pozzuoli offrono condizioni ideali per la crescita di cozze di alta qualità, apprezzate in tutta Italia e all’estero per il loro sapore unico e la loro freschezza. Una storia antica che vedeva questo genere di attività molto preziosa, tanto da riportare l’immagine delle cozze anche sulle monete di scambio. Gli ultimi anni hanno visto grandi progressi visto che gli allevatori locali hanno adottato tecniche sempre più sostenibili per preservare l’ecosistema marino. L’uso di strutture galleggianti e reti selettive minimizza l’impatto sull’ambiente, mentre il monitoraggio della qualità delle acque garantisce prodotti sani e sicuri per i consumatori. In onore dei mitili, ogni anno, verso la metà di luglio, viene organizzato il Mytilus Fest a Bacoli (Na). La manifestazione messa a punto dalla Associazione Culturale MSP e dedicata alla memoria di Tony Scotto, ideatore del progetto, celebra i mitili, uno tra i simboli della terra flegrea, ed è frutto della sinergia e collaborazione con il Comune di Bacoli. www.mytilusfest.it

Sauté di cozze con fagioli a formella, Chef Antonio Tubelli.

Tesori enogastronomici

Il mare e la terra dei Campi Flegrei donano una varietà incredibile di prodotti e ingredienti che vengono declinati in una cucina che porta con sé i sapori antichi. Tra i piatti simbolo c’è l’impepata di cozze, condita solo con aglio, olio e pepe nero. Ottima la zuppa di cozze alla napoletana che mescola mitili, seppie, polpo e gamberi. Come primi piatti non possono mancare gli spaghetti con le vongole e quelli con il ragù di polpo mentre, se si fa un salto nella tradizione più radicata, si trovano le alici puteolane, conservate sott’olio in antichi vasetti di terracotta. Tra le bontà della terra c’è un’interessante varietà di legumi autoctoni, spesso coltivati su terreni vulcanici che donano sapidità e ricchezza. La cicerchia dei Campi Flegrei, la fava di Miliscola e i piselli Santa Croce di Quarto.

Polpessa flegrea con scarola e alghe macerate in birra a fermentazione spontanea, Chef Marianna Vitale.

Piatti d’eccezioni con esclusivi abbinamenti enologici

Tra i nomi della cucina, Antonio Tubelli, Chef Ambassador della Tradizione, ha saputo declinare con armonia il gusto del mare e della terra in un Sauté di cozze con fagioli a formella. A completare il tutto l’Ischia Biancolella BOC, Vigan del Lume, Fratelli Mazzella. Un bianco fresco e minerale, contraddistinto da note agrumate, fiori bianchi e macchia mediterranea e dal finale sapido. Invece, Marianna Vitale (Chef Ambassador Stellata) ha proposto tradizione e modernità con la Polpessa flegrea con scarola e alghe macerate in birra a fermentazione spontanea. Gusto e originalità per ‘celebrare’ la polpessa, un cefalopode simile al polpo, più piccolo e tenero, protagonista di zuppe e sughi. In questo caso è spettato ai Campi Flegrei Piedirosso DOC, Colle Rotondella, Cantine Astroni il compito di completare in fatto di profumi e sapore. Un rosso dal colore rubino, con sentori di frutti rossi e spezie e cenere, al palato è morbido, fresco e sapido, con tannini delicati.

Terrazza panoramica del ristorante stellato Caracol.

Una Stella Michelin affacciata sul mare

Affacciato sul promontorio di Bacoli, Caracol è un ristorante stellato guidato dallo chef Angelo Carannante, raffinata voce culinaria della cucina partenopea. Il ristorante è letteralmente sospeso tra cielo e mare, su di una terrazza che domina Capo Miseno e Procida. Ogni piatto racconta una storia di equilibrio di gusto e ingredienti, visto che lo Chef Carannante sa esaltare le materie prime locali come il pesce, le erbe spontanee e le verdure flegree. Ciro Sannino è il restaurant manager e cura la selezione delle etichette, dando vita a una carta dei vini che valorizza le eccellenze campane, soprattutto quelle dei Campi Flegrei DOC. Falanghina, Piedirosso, Biancolella: ogni sorso racconta la terra di zolfo e sale dove si coltivano le uve. www.caracolgourmet.it
Per info: www.praesentiacampania.itwww.regione.campania.itwww.agenziacampaniaturismo.it

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