Cibo e storie

La cucina italiana Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO

La cucina italiana è Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO. Un successo atteso che rende onore alla varietà e alla ricchezza culturale che contraddistingue ogni piatto, tradizione e ingrediente. Così, la tavola e l’Italia diventano traghettatori di una bellezza umana e sociale che affascina tutto il mondo

Si celebra la soddisfazione, il successo, la contentezza e l’appagamento per il risultato ottenuto. Così, la cucina italiana si fregia del titolo di Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. Una notizia tanto attesa quanto sperata, dato che il percorso è stato lungo e, a tratti, complesso, come spesso accade in queste situazioni. Finalmente, il responso è arrivato il 10 dicembre: il Comitato intergovernativo dell’organizzazione, riunitosi a Nuova Delhi, ha dato l’ok definitivo, riconoscendo il valore della “Cucina italiana fra sostenibilità e diversità bio-culturale”, confermando così la valutazione preliminare positiva già espressa lo scorso novembre.

La bellezza della cucina italiana

Come comunicato in occasione della candidatura, la cucina italiana è, di per sé, identità. Una fotografia non modificabile – fortunatamente – dall’IA, dove il suo valore è una sintesi equilibrata e mai disgiunta di rituali, gesti, preparazioni, ingredienti, abbinamenti e lavorazioni. Peculiarità che, così proposte, potrebbero sembrare quasi un’esibizione in uno dei tanti elenchi patinati che troviamo in libri e riviste, in cui da sempre la cucina italiana è presentata come eccellenza. Ebbene sì, parlare di eccellenza è giusto, ma sarebbe ancora più opportuno e utile scavare nel tessuto culturale, etico e sociale che l’ha plasmata: un cammino millenario che oggi si esprime in tavola in tutta la sua meraviglia.

Gustiamoci ogni boccone

Ma, se adoriamo fare la ‘scarpetta’, nonostante le buone maniere ci consiglino di evitarla, la vera ricchezza della cucina italiana sta nel saper cogliere e assaporare ogni dettaglio, in un arazzo che parte dalla terra, dalle attese del tempo, dalle bontà che solo un Paese come l’Italia – custode di caleidoscopiche diversità ambientali, climatiche e alimentari – sa offrire. È vero, la nostra Penisola è ricca, ricchissima di ogni forma di bellezza. E se ‘La bellezza salverà il mondo’, come diceva Fëdor Dostoevskij, la tavola è lo specchio delle meraviglie, il luogo in cui il bello conviviale diventa indistruttibile.

La cucina che unisce

Mi spiego meglio: godiamo di ciò che l’occhio vede e il palato prova, ma la bellezza sta (anche) nel valore che ogni ricetta porta con sé. Da qui il riconoscimento da parte dell’UNESCO della cucina italiana come veicolo di cultura, un motore perpetuo di unione e condivisione, di accostamento e creatività. Creatività che, solo in Italia, sembra esplodere nelle cucine dei grandi chef e nelle cucine di casa, pronte ad accendere i fuochi. In effetti, sedersi davanti a una pizza, a un piatto di spaghetti al pomodoro, di trofie al pesto o gustare una fetta di panettone è, universalmente, un’esperienza che rappresenta un patrimonio in cui la virtù risiede anche nello sguardo soddisfatto dei commensali, provenienti da angoli remoti del mondo.

La bellezza senza tempo della cucina italiana

Allora, che fare? Teniamo accesi i fuochi… tutti, senza esclusione alcuna. E cerchiamo di riportare in auge i sapori genuini che contraddistinguono l’italianità verace, quella che sa sorprendere dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. E se i turisti che arrivano nelle nostre città e nei nostri piccoli borghi restano estasiati di fronte alla semplicità inimitabile di pane e salame o di qualsiasi altro piatto simbolo delle nostre regioni, ancora di più, noi italiani, dobbiamo lasciarci contagiare in modo imperituro dall’entusiasmo di queste ore. Parliamo di cucina, arte, poesia, letteratura, parliamo di vini, distillati, dolci e tradizioni… parliamo di Bellezza, quella che non si ferma a un click a una foto o a un like. Dobbiamo parlare della Bellezza che mai si estingue, e la cucina italiana è una meravigliosa dama che ammalia e rapisce grazie al suo antico fascino.

Maddalena Baldini

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